Progetto: Studio Svetti Architecture | Emanuele Svetti Architetto
Project Manager: Marco Nicoletti Architetto – Studio Svetti Architecture
Tipologia: Holding Head Quarter e Gallery, Residenze, Spa & Resort
Superficie: 4500 mq
Inizio Lavori: Ottobre 2015
Stato: In corso
Colle Allegro “New Tuscan Life Style” è il pay-off del progetto, ispirato da quello stile che la Famiglia Gori ha voluto imprimere a questo luogo, quello stile, che il progetto vuole restituire ad un’area così profondamente caratterizzata da una genesi rurale oggi altrimenti “lasciata a se stessa” in un lento ed inesorabile decadimento.
Il progetto nasce come un’opera delle avanguardie, un graffio di Fontana, dove non ci si è limitati al semplice recupero dell’area e delle sue architetture, ma si è immaginato di dipingere su una tela con segni veloci, di graffiare il luogo creando su di esso delle costruzioni che mostrino agli occhi del fruitore come esista una moderna tridimensionalità, pronta a dialogare con il passato.
La Villa è il fulcro del progetto, gli spazi di rappresentanza della Holding, con la Gallery dedicata alla storia dei prodotti e aree lobby per gli ospiti ed i clienti, 5 unità abitative completamente indipendenti, di metrature analoghe, con affacci su entrambi i fronti della proprietà, ambientazioni “loft” e 3 spazi comuni ai piani principali che interpretano l’accoglienza, l’intrattenimento e la rappresentanza.
Tutti gli appartamenti hanno ingresso dalle aree comuni posizionate al centro dell’edificio, distribuite su 3 piani, sono raggiungibili, oltre che con l’ascensore, mediante la creazione di due scale di collegamento, una, quasi scolpita, posta sul lato frontale dell’edificio, a celebrazione dell’ingresso principale della Villa, collega il piano terra ed il primo piano, mentre l’altra, si “arrampica” tra il primo ed il terzo, generata dall’incontro e dalla fusione tra una scala elicoidale ed una rampa rettilinea, snodandosi nella parte posteriore dell’edificio.
Il progetto nasce come un’opera delle avanguardie, un graffio di Fontana, dove non ci si è limitati al semplice recupero dell’area e delle sue architetture, ma si è immaginato di dipingere su una tela con segni veloci, di graffiare il luogo creando su di esso delle costruzioni che mostrino agli occhi del fruitore come esista una moderna tridimensionalità, pronta a dialogare con il passato.
La Villa è il fulcro del progetto, gli spazi di rappresentanza della Holding, con la Gallery dedicata alla storia dei prodotti e aree lobby per gli ospiti ed i clienti, 5 unità abitative completamente indipendenti, di metrature analoghe, con affacci su entrambi i fronti della proprietà, ambientazioni “loft” e 3 spazi comuni ai piani principali che interpretano l’accoglienza, l’intrattenimento e la rappresentanza.
Tutti gli appartamenti hanno ingresso dalle aree comuni posizionate al centro dell’edificio, distribuite su 3 piani, sono raggiungibili, oltre che con l’ascensore, mediante la creazione di due scale di collegamento, una, quasi scolpita, posta sul lato frontale dell’edificio, a celebrazione dell’ingresso principale della Villa, collega il piano terra ed il primo piano, mentre l’altra, si “arrampica” tra il primo ed il terzo, generata dall’incontro e dalla fusione tra una scala elicoidale ed una rampa rettilinea, snodandosi nella parte posteriore dell’edificio.
Le unità abitative sono ispirate da una visione wabi-sabi: elogio dell’imperfezione delle cose temporanee ed incompiute, celebrazione della bellezza delle cose insolite. Queste caratteristiche sono di facile lettura nei pavimenti in legno antico, che Emanuele ha voluto fossero posati prima che il cantiere fosse finito, per accentuarne il carattere, o nelle finiture murarie a base calce, un materiale vivo, che continua quotidianamente la propria trasformazione e fa del difetto della superficie il suo maggior pregio estetico. Sempre nella stessa logica, i soffitti a cassettoni richiamano il passato della residenza dialogando senza imbarazzo con segni contemporanei, realizzati su disegno dello Studio da un Maestro ebanista Umbro, sono la dimostrazione che l’artigianalità continua, anche tra mille difficoltà, ad essere il vero segno distintivo del Made in Italy.

Credits: Daniele Domenicali - Schüco Italia
L’intervento prevede inoltre il recupero di un passaggio interrato che storicamente serviva da via di fuga, molto probabilmente per motivi bellici, piuttosto che per nascondere “vizi da Decamerone” dei Signori del passato. Da questo passaggio oggi si può accedere ad una delle residenze direttamente dal giardino fronte Villa, abitazione che può così vantare un accesso privilegiato all’elegante spazio verde posto di fronte alla residenza, disposto su 4 livelli, che sfruttano il declivio della collina, è caratterizzato da eccezionali esemplari di piante secolari tra cui una sequoia e due enormi cedri, oltre alle 4 palme di evidente richiamo coloniale.
Le operazioni di restauro hanno cercato di aver cura di preservare la Cappella di Famiglia che si incastona all’interno delle geometrie di uno degli appartamenti a piano terra, recuperando gli affreschi originali tardo ottocenteschi e anche tutta le reliquie che vi erano custodite, con un’opera di attento recupero. Oggi quindi possiamo leggere di nuovo i tanti riferimenti alle Famiglie che hanno vissuto con alterne fortune all’interno della Residenza, oltre a poter godere dei toni dell’azzurro delle decorazioni pittoriche, che si adagiano delicatamente su tutti i paramenti murari.
Diviso da un giardino all’italiana, ma collegato alla Villa da una passerella di 15 mt, si incastona nella collina un’architettura contemporanea di due piani, di cui uno soltanto parzialmente fuori terra, nata dall’inclusione di un nuovo volume in una consistente porzione di collina, che è stato armonizzato ad essa, mediante un tetto giardino di 1200 mq, che funziona da trait d’union con la collina che lo sovrasta, grazie anche all’attenta opera paesaggistica che ha previsto l’impianto di essenze arboree autoctone, selezionate in collaborazione con la paesaggista Elisa Frappi di POOL, grazie alle quali il nuovo edificio costituisce un unicum spaziale con l’ambiente circostante. Al suo interno troviamo: la SPA di 500 mq, le 4 residenze per gli ospiti ed un giardino d’inverno su un doppio volume, che si collega al parcheggio interrato, che può custodire fino a 20 autoveicoli. Il Parcheggio così posizionato funziona da elemento filtro nella viabilità interna, impedendo al traffico veicolare il transito di fronte alla Villa stessa, garantendo tuttavia un confort ed una estrema comodità di fruizione ed utilizzo a tutti gli ospiti.
La nuova Spa di circa 500 mq ha la sua genesi nella volontà dell’Architetto e della proprietà di riuscire a celebrare l’incontro tra la quiete della pietra e la fluidità dell’acqua, nasce così uno spazio interamente basato sulla cura e sul benessere della persona, al cui interno si sviluppano un percorso sensoriale fatto di 10 stazioni: doccia con cromoterapia e bagni di vapore, zona relax, bagno turco, vasca idromassaggio, sauna, piscina con nuoto contro-corrente, lettino no gravity, stanza del sale e sala massaggi. La zona idromassaggio sarà il fulcro del progetto, ricavata in un’ansa del terreno che conteneva vasche di raccolta dell’acqua piovana oggi è stato trasformato in un luogo iconico da Emanuele: si mostra così come uno specchio d’acqua con al centro un taglio ellittico, che scolpisce un anello di aria attorno alla vasca d’acqua, un segno scultoreo, adagiato in un’architettura ricoperta di foglia d’oro.
Le operazioni di restauro hanno cercato di aver cura di preservare la Cappella di Famiglia che si incastona all’interno delle geometrie di uno degli appartamenti a piano terra, recuperando gli affreschi originali tardo ottocenteschi e anche tutta le reliquie che vi erano custodite, con un’opera di attento recupero. Oggi quindi possiamo leggere di nuovo i tanti riferimenti alle Famiglie che hanno vissuto con alterne fortune all’interno della Residenza, oltre a poter godere dei toni dell’azzurro delle decorazioni pittoriche, che si adagiano delicatamente su tutti i paramenti murari.
Diviso da un giardino all’italiana, ma collegato alla Villa da una passerella di 15 mt, si incastona nella collina un’architettura contemporanea di due piani, di cui uno soltanto parzialmente fuori terra, nata dall’inclusione di un nuovo volume in una consistente porzione di collina, che è stato armonizzato ad essa, mediante un tetto giardino di 1200 mq, che funziona da trait d’union con la collina che lo sovrasta, grazie anche all’attenta opera paesaggistica che ha previsto l’impianto di essenze arboree autoctone, selezionate in collaborazione con la paesaggista Elisa Frappi di POOL, grazie alle quali il nuovo edificio costituisce un unicum spaziale con l’ambiente circostante. Al suo interno troviamo: la SPA di 500 mq, le 4 residenze per gli ospiti ed un giardino d’inverno su un doppio volume, che si collega al parcheggio interrato, che può custodire fino a 20 autoveicoli. Il Parcheggio così posizionato funziona da elemento filtro nella viabilità interna, impedendo al traffico veicolare il transito di fronte alla Villa stessa, garantendo tuttavia un confort ed una estrema comodità di fruizione ed utilizzo a tutti gli ospiti.
La nuova Spa di circa 500 mq ha la sua genesi nella volontà dell’Architetto e della proprietà di riuscire a celebrare l’incontro tra la quiete della pietra e la fluidità dell’acqua, nasce così uno spazio interamente basato sulla cura e sul benessere della persona, al cui interno si sviluppano un percorso sensoriale fatto di 10 stazioni: doccia con cromoterapia e bagni di vapore, zona relax, bagno turco, vasca idromassaggio, sauna, piscina con nuoto contro-corrente, lettino no gravity, stanza del sale e sala massaggi. La zona idromassaggio sarà il fulcro del progetto, ricavata in un’ansa del terreno che conteneva vasche di raccolta dell’acqua piovana oggi è stato trasformato in un luogo iconico da Emanuele: si mostra così come uno specchio d’acqua con al centro un taglio ellittico, che scolpisce un anello di aria attorno alla vasca d’acqua, un segno scultoreo, adagiato in un’architettura ricoperta di foglia d’oro.

Credits: Daniele Domenicali - Schüco Italia
A LIVELLO PAESAGGISTICO
Delineate le linee guida dell’intervento a livello architettonico, dal punto di vista paesaggistico, lo scopo principale è stato quello di mantenere tutte le essenze di pregio esistenti, integrando essenze di chiara matrice Mediterranea, per questo insieme alla proprietà si è deciso di avvalersi della collaborazione di Pool ed in particolare di Elisa Frappi per la selezione e l’armonizzazione delle essenze arboree all’interno della proprietà.
Oggi sono facilmente identificabili 7 macroaree verdi: il giardino d’ingresso, quello fronte Villa, il giardino all’Italiana, il tetto giardino, il giardino d’inverno, l’area ad oliveto e frutteto e infine l’area boschiva. Ogni area ha richiesto un progetto di selezione attenta delle specie, perché se pur all’interno di un medesimo compendio, le diverse esposizioni creano microclimi completamente diversi, che se non fossero stati considerati avrebbero decretato il fallimento completo del progetto. Così in completa condivisione sono state incluse nel progetto aree con tappezzanti sempreverdi, dove il prato avrebbe avuto difficoltà a sopravvivere, con un occhio al contenimento dello spreco delle risorse idriche, o essenze elegantemente tipiche del giardino all’italiana, quali bosso e tasso nel “giardino segreto”, graminacee nel tetto giardino, ma soprattutto si è posto estrema cura nella salvaguardia delle specie preesistenti, quali lecci e cipressi secolari, la sequoia e i cedri del giardino fronte villa, in alcuni casi facendo vere e proprie opere di “primo soccorso” sulle essenze in difficoltà a causa del cantiere e dell’età. In questo senso sono state senza dubbio di primaria importanza la sensibilità, l’amore e la cura della proprietà verso la salvaguardia di questo importante patrimonio botanico.
La proprietà, amante del verde e della natura, ma anche appassionata di esemplari botanici esotici, ha chiesto all’Architetto di ricavare un giardino d’inverno all’interno della nuova struttura: questo si snoda in un doppio volume, dove è stato creato un microclima che permette la vita a piante esemplari di provenienza esotica, oltre ad esservi ricavate aree dedicate alla meditazione e al “dialogo con la natura”.
Delineate le linee guida dell’intervento a livello architettonico, dal punto di vista paesaggistico, lo scopo principale è stato quello di mantenere tutte le essenze di pregio esistenti, integrando essenze di chiara matrice Mediterranea, per questo insieme alla proprietà si è deciso di avvalersi della collaborazione di Pool ed in particolare di Elisa Frappi per la selezione e l’armonizzazione delle essenze arboree all’interno della proprietà.
Oggi sono facilmente identificabili 7 macroaree verdi: il giardino d’ingresso, quello fronte Villa, il giardino all’Italiana, il tetto giardino, il giardino d’inverno, l’area ad oliveto e frutteto e infine l’area boschiva. Ogni area ha richiesto un progetto di selezione attenta delle specie, perché se pur all’interno di un medesimo compendio, le diverse esposizioni creano microclimi completamente diversi, che se non fossero stati considerati avrebbero decretato il fallimento completo del progetto. Così in completa condivisione sono state incluse nel progetto aree con tappezzanti sempreverdi, dove il prato avrebbe avuto difficoltà a sopravvivere, con un occhio al contenimento dello spreco delle risorse idriche, o essenze elegantemente tipiche del giardino all’italiana, quali bosso e tasso nel “giardino segreto”, graminacee nel tetto giardino, ma soprattutto si è posto estrema cura nella salvaguardia delle specie preesistenti, quali lecci e cipressi secolari, la sequoia e i cedri del giardino fronte villa, in alcuni casi facendo vere e proprie opere di “primo soccorso” sulle essenze in difficoltà a causa del cantiere e dell’età. In questo senso sono state senza dubbio di primaria importanza la sensibilità, l’amore e la cura della proprietà verso la salvaguardia di questo importante patrimonio botanico.
La proprietà, amante del verde e della natura, ma anche appassionata di esemplari botanici esotici, ha chiesto all’Architetto di ricavare un giardino d’inverno all’interno della nuova struttura: questo si snoda in un doppio volume, dove è stato creato un microclima che permette la vita a piante esemplari di provenienza esotica, oltre ad esservi ricavate aree dedicate alla meditazione e al “dialogo con la natura”.
Per quanto riguarda la vita notturna del parco, è stato elaborato un progetto di lighting in collaborazione con Cristian Farnetani di G-Smart, che prevede l’utilizzo di diverse sorgenti luminose: dirette, indirette, d’accento, diffuse ed emozionali.
L’idea dell’architetto era quella che si potesse ottenere un’illuminazione con sorgenti artificiali, che però ricordasse quella più romantica che si ha utilizzando la fiamma, quindi torce e candele. Così le sorgenti luminose dirette, dal raggio di luce contenuto, tendono a colpire le superfici della pavimentazione senza abbagliare chi sta camminando in prossimità, o in alcuni casi sono utilizzate incastonate nella pavimentazione con lo scopo di voler generare nel visitatore l’idea di percorrere un sentiero illuminato da piccole fiammelle che indicano il percorso senza voler prendere la scena; a tal proposito c’è stato un attento studio del punto luce da parte di Emanuele, che ha disegnato personalmente l’oggetto allo scopo di ottenere il miglior effetto possibile, risultato ottenuto soltanto dopo mesi di prove, disegni e studio di fattibilità con le aziende coinvolte.
L’illuminazione del verde in un contesto del genere diventa fondamentale, per questo la scelta di utilizzare la luce per enfatizzare la geometria del verde attraverso l’uso di proiettori e di lenti che potessero adattarsi e valorizzare al meglio le diverse specie botaniche presenti, donando al contesto “un aspetto magico”.